Il gioco del Tris

Giochi da scacchiera
Roma – Età imperiale | Foro Romano

Affacciata sulla via Sacra sorgeva l’imponente Basilica Giulia. La Pianta della Basilica Giulia presentava una grande aula centrale, nella quale svolgeva i suoi compiti un Tribunale di centumviri, che discuteva questioni di eredità, e tutt’intorno c’era una doppia fila di pilastri che sostenevano la galleria e formavano le navate laterali. Proprio in queste navate si accalcavano i curiosi che seguivano da quella posizione i lavori che si stavano svolgendo all’interno, a volte per intere giornate. Per ingannare il tempo, fino al tramonto, gli antichi avevano inciso sui marmi dei pavimenti delle scacchiere 3×3 sulle quali giocavano con dadi e pedine. Quei marmi vennero chiamati “tabulae lusoriae”, le tavole del gioco. Le persone tra un commento e l’altro al dibattimento, giocavano ad uno dei più antichi giochi conosciuti: il “Filetto”. Era un gioco diffuso tra i Greci, e quindi, conosciuto dai Romani. Il poeta P. Ovidio Nasone, infatti, lo descrive in età Augustea, nell’“Ars Amatoria” come “ il gioco che una donna deve conoscere per avere successo con gli uomini.

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