La pupa della Vestale Cossinia

Giocattoli antichi
ultimo decennio del II – inizi del III sec. d.C. 
Roma | Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme

I fanciulli giocavano con figure di cavalieri e comandanti (soldatini) e le fanciulle avevano la loro pupa che assunse quasi subito la figura di pupa-figlia, alimentando, come ancora oggi tutte le bambine fanno, il gioco della mamma. Con il tempo i costruttori di bambole (i figuli) si perfezionarono nella cura della forma, alcune erano costruite “a stampo” (le Sigillaria) ma ad altre aggiunsero articolazioni alle spalle, ai gomiti, all’anca ed al ginocchio, ed a quelle più povere fatte in pezza od in argilla, se ne sommarono altre più belle e preziose lavorate in avorio o legno. Al di là del giocattolo comunemente inteso rappresenta fedelmente nei suoi tratti i costumi dell’epoca, come una fotografia. Ad esempio nella capigliatura, estremamente raffinata e pettinata secondo la moda del momento. Anche la collana d’oro a catena con grandi maglie doppie al collo ed i  braccialetti, anch’essi d’oro, ai polsi ed alle caviglie riprendono i gioielli del tempo. La Vestale Cossinia, alla quale si attribuisce la proprietà di questa bambola, iniziò il suo servizio che durò almeno trent’anni, tra i sei ed i dieci anni. Il suo compito di sacerdotessa consisteva nel celebrare i riti religiosi dedicati a Vesta. Cossinia visse sessantasei anni e nella sua tomba fu ritrovata la pupa. Le Vestali conservavano per tutta la vita i propri giocattoli, e le pupae venivano seppellite con loro poiché per queste donne c’era l’obbligo della castità e, non sposandosi mai, non dovevano distaccarsene.

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